Un’altra esperienza raccontata da un nostro volontario.
“Il campo di volontariato di Nocera Umbra, al quale ho partecipato nel mese di agosto, condivide l’obiettivo del circolo di Nocera, di far conoscere il mondo dell’agricoltura tradizionale locale, che agisce nel rispetto dell’ambiente e dell’identità culturale. Per questo i legami con le persone dietro queste pratiche è uno dei punti cardine della rete di fiducia del circolo.
Abbiamo svolto attività teoriche di formazione e conseguenti attività pratiche presso diverse aziende dislocate il percorso del fiume Topino. Ognuna si è specializzata in differenti prodotti, la raccolta di Canapa sativa a uso industriale, lavorazione di cereali, produzione di vino e birra artigianale, coltivazione di ortaggi locali tradizionali presso un’azienda che sceglie pratiche alternative all’uso del trattore. Abbiamo anche contribuito all’attuazione degli “orti condivisi” presso il progetto Parco Diffuso di Foligno, che prevede l’ampliamento di un’area verde volta all’inclusione sociale di persone affette da autismo.
Fra le attività svolte dai volontari, c’è stata anche la sostituzione dei tubi di irrigazione.
Personalmente sono rimasto colpito dalla pratica dell’orto sinergico, che prevede di lasciare tra le piante di interesse altre piante, che assorbono o rilasciano sostanze differenti, in modo che si possa conservare la ricchezza di un terreno, ed allo stesso tempo si riesca a ricreare un nuovo ecosistema agricolo con la propria biodiversità in cui si limitano gli sprechi, riutilizzando i macerati delle stesse piante (come le parti verdi dei pomodori, ricche di solanina) come difesa ed efficienti impianti a goccia. Le piante utilizzate, non vengono poi selezionate secondo il solo criterio della quantità, ma anche secondo le varietà e la resistenza alle impervie condizioni del territorio, inadatto alle colture intensive.
Ritengo inoltre molto interessante l’intreccio delle storie delle persone dietro ogni attività con la partecipazione all’attività stessa in quanto porta a scoprire in prima persona quale sia il lavoro di chi afferma volersi prendere cura delle tradizioni distintive di una comunità e riaffermare un legame di cooperazione tra le persone di uno stesso o di diversi settori divisi da interessi economici, difficile ormai da concepire nel mondo odierno.”
Edoardo Gobbi