La Giunta Pilotto ha adottato il 30 novembre 2023 un Piano Attuativo che prevede nuove costruzioni su un’area verde in via Gallarana. Altro cemento in arrivo nella zona, che una volta era ricca di alberi, campi e prati. Il Coordinamento dei Comitati di Monza ha presentato le proprie osservazioni, chiedendo alla Giunta di non approvarlo in via definitiva e di revocare la relativa delibera, a salvaguardia del verde esistente.
Con delibera 413 del 30 novembre scorso la Giunta comunale ha adottato un Piano attuativo relativo a un’area verde in via Gallarana (comparto C6 di completamento residenziale); il Piano è stato pubblicato per le osservazioni dal 27 dicembre 2023 all’11 gennaio 2024 e il Coordinamento di associazioni e comitati di Monza ha presentato le proprie valutazioni (che si possono scaricare dal link sottostante).
La vicenda delle aree verdi comprese tra la via Gallarana e le vie Bosisio – Prampolini – Aguggiari è emblematica dello sviluppo selvaggio dell’urbanistica a Monza: si trattava di una grande area ricca di alberi e di prati, libera da edificazioni, di oltre 40.000 mq e di notevole interesse naturalistico (proprio lì passava la Roggia, per l’appunto, della Gallarana); una testimonianza della vocazione agricola della zona dove c’è oggi la periferia di Monza. Nel PRG del 1971 quell’area era destinata a verde e sevizi ed è rimasta tale fino al PGT del 2007, che l’ha trasformata in edificabile.
Tale destinazione è stata mantenuta anche dai PGT successivi (nel 2017 e nel 2022), con amministrazioni di colore politico diverso, e malgrado le richieste della cittadinanza di tutelare le aree verdi. Nel frattempo, nel 2012, la Giunta Mariani ha approvato un Piano di lottizzazione che interessa una porzione significativa di quell’area, e che prevede tra quelle vie la costruzione di una decina di palazzine (circa 30.000 metri cubi di cemento), per la maggior parte ancora oggi in costruzione. Quel Piano prevedeva un notevole consumo di suolo, una riduzione delle aree verdi da 40.000 a 14.000 mq.
Le persone residenti nella zona (il Comitato Gallarana che partecipa al Coordinamento dei Comitati) avevano raccolto nel 2020 più di 250 firme e depositato in Comune una petizione per fermare la cementificazione prevista dal Piano del 2012, petizione rimasta di fatto inascoltata. Si voleva difendere la grande area verde, un vero e proprio polmone del quartiere, e i boschetti che caratterizzavano gli angoli delle strade adiacenti; in uno di questi era ospitata anche una colonia felina, distrutta per far posto a un parcheggio previsto dal Piano del 2012.
Ora i proprietari di un terreno ricompreso nell’area, sempre su via Gallarana, non interessato dal PL del 2012 e da quei lavori, hanno chiesto di costruire un altro edificio residenziali di 5 piani su via Gallarana. La proprietà, come risulta dai documenti pubblicati dal Comune, è collegata a quella dell’area oggetto del PL del 2012 e, per l’ennesima volta, i costruttori hanno ottenuto una prima autorizzazione. Una costruzione che non sarebbe in linea con le costruzioni storiche ancora esistenti su via Gallarana (la cascina alta al massimo due piani), che ricordano la vecchia funzione agricola della zona.
Nel quartiere tra via Libertà e via Amati ci sono molte edificazioni in corso oltre al PL del 2012 di via Bosisio – Aguggiari – Gallarana. L’intervento più significativo è quello, approvato dalla Giunta comunale nel 2011, sull’area della ex-IMA, nella vicina via Messa (all’angolo con via Giordani); lì sono state realizzate due torri di 39 metri e di 12 piani (ben 37.300 mc residenziali, cui si aggiungono 4.850 mc commerciali in corso di realizzazione).
In definitiva, nel raggio di 500 metri, sono stati realizzati e/o sono in corso di costruzione più di 300 nuovi alloggi; considerando tutte le nuove edificazioni, nel quartiere si può stimare l’arrivo di un migliaio di nuovi abitanti, con tutti i relativi effetti indotti sul traffico e la vivibilità del quartiere; già si vedono le file di auto parcheggiate vicino ai nuovi condomini (per esempio in via Messa).
Viene da chiedersi quale sia stato l’effetto della modifica nella destinazione urbanistica delle aree sulla rendita fondiaria per i proprietari. Se poi consideriamo che i dati Istat dicono che a Monza la popolazione è ferma da 40 anni a circa 123.000 abitanti e gli alloggi sfitti sono più di 7.000, ci si chiede perché questa insensata corsa al cemento, a vantaggio di pochi e a danno di molti e del bene comune. Forse il progetto è quello di trasformare Monza in un quartiere dormitorio per le persone che non possono più permettersi di vivere a Milano?
Il quartiere Libertà (e così tutta Monza) si sta trasformando e continuano a sorgere costruzioni, spesso case, senza ulteriori servizi di prossimità, soprattutto senza servizi pubblici; il quartiere sta perdendo la sua principale caratteristica, ossia le aree verdi che circondavano i palazzi, la relativa flora e fauna. Il tutto a discapito della vivibilità della zona per le persone residenti. I palazzi previsti nella zona di via Gallarana sono troppi, tutti a discapito del verde. È a questo che l’Amministrazione dovrebbe opporsi, e dovrebbe anzi cogliere l’occasione per rivedere le criticità complessive di quei Piani attuativi e dei loro effetti complessivi.
Le osservazioni presentate ora dal Coordinamento chiedono appunto di non approvare in via definitiva quel nuovo Piano attuativo dopo aver evidenziato una serie di considerazioni tecniche di dettaglio (es. mancate compensazioni di aree, la possibilità di monetizzarle); ci sono però anche questioni di natura politica e relative ai processi democratici di governo della città, come la competenza a deliberare sul tema del Consiglio e non della Giunta, trattandosi di un Piano in variante rispetto al PGT.
L’area, poi, risulta qualificabile come bosco sulla base della normativa regionale di settore; dai documenti pubblicati dal Comune per il Piano del 2023 risulta che il nucleo forestale dei Carabinieri è già intervenuto per sanzionare il taglio di alberi e ulteriori verifiche sono ancora in corso. Di fronte a questo, l’approvazione di un nuovo Piano, che prevede una costruzione su aree verdi, appare insensata e ingiustificabile, anche per il rischio di contestazioni e di procedimenti a carico dell’Amministrazione.
Il tutto a fronte di una situazione di emergenza climatica e ambientale, riconosciuta dallo stesso Consiglio Comunale di Monza che in data 4 aprile 2023 ha approvato una Dichiarazione di Emergenza Climatica e Ambientale; senza una immediata applicazione nella pratica e nei singoli provvedimenti adottati dalla Giunta, queste dichiarazioni rimangono vuote petizioni di principio.
Non c’è invece bisogno di sottolineare quanto sia urgente intervenire in difesa dell’ambiente e del clima e di fermare il consumo di suolo. Basta guardare quello che è accaduto con gli eventi atmosferici di straordinaria gravità che hanno interessato Monza nell’estate 2023, dovuti proprio al cambiamento climatico.
Il coordinamento dei comitati chiede quindi all’Amministrazione che, nell’ambito del procedimento per il rilascio dei nuovi permessi a costruire, valuti gli impatti ambientali e paesaggistici dei nuovi edifici e blocchi i relativi progetti.
IL COORDINAMENTO DI ASSOCIAZIONI E COMITATI DI MONZA
Monza, 14 gennaio 2024