Illusorio recupero positivo di monza nella classifica delle città più inquinate della Lombardia

I dati elaborati da Legambiente Lombardia, ricavati dai rilevamenti delle centraline ARPA nei capoluoghi di provincia lombardi, indicano che sia i valori medi annuali di PM10 sia le giornate di superamento del limite giornaliero di 50 microgrammi/mc di polveri sottili si sono ridotte rispetto agli anni scorsi.
“Non illudiamoci con questi dati: monza rimane sempre tra le prime nella classifica delle città più inquinate” precisa Atos Scandellari, presidente del localo circolo Legambiente. “Sicuramente anche la maggior piovosità del 2012 e del 2013 ha favorito il raggiungimento di questi risultati ma, per rispettare i paramenti imposti dalla Unione Europea, occorrono interventi strutturali sulla mobilità delle persone che, a monza, si stentano a vedere”.

Brescia si aggiudica il concorso regionale ‘la più grigia sei tu’, distanziando nettamente le inseguitrici, monza e Milano, nella competizione tra capoluoghi di provincia. A fare la differenza sono soprattutto i dati medi di concentrazione di polveri sottili, che vedono Brescia unica città lombarda, con il valor medio di 41 microgrammi/mc nel 2013, a sforare il parametro europeo di ‘tolleranza’ per l’inquinamento da pm10 (fissato a 40).
Meno significativi, per stilare una classifica, sono i dati del numero di giorni di sforamento della concentrazione limite di 50 microgrammi/mc in quanto l’eventuale blocco della centralina, nei periodi critici, può falsare il risultato in modo significativo.

“Il 2013 è stato dunque un anno di ordinario inquinamento, anche se, a onor del vero, le concentrazioni medie sono state, in gran parte dei capoluoghi, le più basse di sempre”, dichiara Damiano Di Simine, presidente Regionale di Legambiente, “non certo per merito di misure straordinarie antismog, ma più semplicemente come effetto di una annata climatica particolarmente favorevole alla dispersione degli inquinanti. Un miglioramento legato soprattutto alla sostituzione del parco auto circolante e dell’alimentazione di molte caldaie, con un ‘aiutino’ involontario dalla crisi economica, per i suoi effetti depressivi sull’attività industriale e sulla mobilità delle persone e delle merci. Un miglioramento rilevante, dunque, ma assolutamente insufficiente a collocare i lombardi in ‘area di sicurezza’ rispetto agli effetti nefasti dello smog sulla salute, ormai accertati da corposi dossier di ricerca medica e statistica”.

PM 10

LEGAMBIENTE monza
Il presidente