Monza perde di nuovo punti nella classifica pubblicata nel rapporto Ecosistema Urbano 2020, redatto da Legambiente e Sole24ore, e presentato il 9 novembre scorso.

Nel 2019 Monza si trovava al 79° posto; quest’anno è scesa all’85°, su 104 capoluoghi di provincia italiani, ed è fanalino di coda nella regione Lombardia. La classifica è basata su 18 parametri, che complessivamente danno la misura delle 6 principali componenti ambientali: aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
Come mai la bella città di Monza ha dei risultati così disastrosi?

L’ottima gestione del patrimonio idrico (la dispersione della rete è molto bassa, 12,8%, e la rete fognaria serve il 100% della popolazione) non riesce a compensare la situazione dell’inquinamento dell’aria, l’insufficiente qualità dell’ambiente urbano, la staticità nella gestione della mobilità e dell’efficienza energetica.
Guardando alle principali componenti, questo è il quadro:

Qualità dell’aria: siamo una delle città più inquinate in assoluto. I valori medi annuali di NO2, la media dei giorni di superamento Ozono e la media dei valori annuali di PM10 ci portano negli ultimi posti della classifica. Tutto il paese è messo piuttosto male, ed è proprio di questi giorni la notizia che l’Italia ha violato il diritto dell’Unione sulla qualità dell’aria. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue, aggiungendo che “i valori limite applicabili alle concentrazioni di particelle PM10 sono stati superati in maniera sistematica e continuata tra il 2008 e il 2017”. La pianura padana in particolare ha un livello di inquinamento dell’aria molto alto, ma oltre ad affrontare il problema a livello regionale e interregionale, ogni città deve fare la sua parte.
Mobilità e ambiente urbani: il trasporto pubblico a Monza è fermo dal 2017 a 30 viaggi/abitante/anno, e l’offerta del trasporto pubblico locale è stabile a 21-22 vetture-km/abitanti/anno; il parco macchine privato è salito da 63 a 64 macchine su 100 abitanti (in linea con la media nazionale), e nessun cambiamento significativo si è registrato sulle piste ciclabili, che negli ultimi anni si aggirano intorno ai 4 metri per 100 abitanti. Per quanto riguarda le isole pedonali, i mq per abitante di superficie stradale pedonalizzata a Monza sono fermi da anni al valore 0.08 (ultimi 10 posti della classifica nazionale e buona ultima in Lombardia).
Efficienza energetica: pur ricordando la lodevole iniziativa, MonzaCittàEfficiente, avviata dalla nostra AC per invogliare ed aiutare i cittadini a migliorare l’efficienza energetica delle proprie case, nel rapporto si legge che ci sono solo 0,17 KW/abitante di installato solare/fotovoltaico sugli edifici pubblici. Così anche in questo caso Monza si trova nella parte bassa della classifica. Ed è interessante notare che Bergamo, città simile alla nostra per localizzazione e numero di abitanti, ne ha 10,72. Per non parlare della prima città in questa classifica, Padova, che può vantarne addirittura 29,81.

Sembra quindi che i nodi principali siano ancora tutti da affrontare.
Confidiamo che il PUMS, attualmente in preparazione e che speriamo arrivi presto alla fase partecipativa, riesca ad affrontare in modo globale e lungimirante il tema della mobilità a Monza, magari attingendo dai tanti esempi di buone pratiche, italiane e non, presentate nel rapporto Ecosistema Urbano 2020. L’implementazione delle biciclette e dei monopattini in condivisione e il recentissimo annuncio sui progetti di nuove piste ciclabili, messi in campo per arrivare a 33 km, sono sicuramente iniziative positive, ma potranno veramente cambiare la situazione solo se inserite in un piano organico per la mobilità sostenibile a tutti i livelli.

Ripensare la città, in modo da realizzare spazi pubblici più ampi, servizi diffusi a portata di pochi minuti, facilità di scambi intermodali, rallentamento della velocità nelle zone frequentate dagli studenti, sicurezza sulle strade dove la macchina non deve essere il padrone assoluto, isole pedonali più ampie, porterebbe un miglioramento della qualità dell’aria, e di conseguenza della salute dei cittadini: sono già molti gli studi che indicano l’esistenza di una forte relazione fra inquinamento e Covid e malattie respiratorie. E durante il primo lockdown la concentrazione degli inquinanti era infatti scesa a livelli bassissimi.
Sarà fondamentale salvaguardare l’area del Buon Pastore e l’area ex-Scotti, evitando di costruire altri palazzi residenziali in centro a Monza, che porterebbero altro traffico, altro inquinamento dell’aria e altro rumore. Le petizioni dei cittadini, raccolte dai Comitati e presentate al Comune, parlano forte e chiaro.
L’adesione al GruBrìa, il parco Grugnotorto, Villoresi e Brianza Centrale, grande polmone verde che dà una mano a compensare l’inquinamento attuale, resta congelata nonostante, anche in questo caso, i cittadini si siano fatti sentire attraverso una petizione.

Venerdì 20 novembre alle 21, dalla pagina Facebook di Legambiente Lombardia e di Legambiente Monza, oltre che dal canale YouTube Legambiente Monza, si potrà assistere a un incontro proprio sui dati di Ecosistema Urbano 2020. Parteciperanno Mirko Laurenti, responsabile per Legambiente di Ecosistema Urbano, Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia e Federico Del Prete, responsabile di Legambici, coordinati da Sergio Premoli del CCR (Centro Culturale Ricerca di Monza).