Per conoscere il mondo non basta viverlo, occorre scoprirlo cogliendo tutte le belle opportunità che la vita offre, senza esitare. È così che ho deciso di cogliere anche io la mia e partire alla volta di Paestum per partecipare alla quinta edizione dello Youth Climate Meeting, il grande evento di quattro giorni promosso da Legambiente Nazionale che ha raccolto più di 200 giovani volontari da tutta Italia. Oltre a tessere nuovi rapporti e approfondire tematiche ambientali di grande attualità, l’obiettivo dell’iniziativa è stato soprattutto quello di fare rete per migliorare l’ambiente, insieme.

GIORNO 1: UN VIAGGIO TRA PASSATO E PRESENTE

Sono le 04:30. La sveglia suona e con un’energia quasi anomala per quell’ora del mattino scendo rapida dal letto. Sono così felice ed emozionata che non sento un minimo di stanchezza: inizio a pensare a tutte le persone che conoscerò, ai bei momenti che vivrò e già non sto nella pelle. Un po’ di pioggia sottile cade dal cielo mentre arrivo in stazione per prendere il treno diretto a Napoli Centrale. Lì ne prenderò un secondo che mi porterà a Paestum, direzione Youth Climate Meeting. Con me, un gruppo di ragazzi scende da un altro treno e insieme ci incamminiamo verso il campeggio.

Direzione: Oasi Dunale di Paestum

Durante il tragitto, alcuni di noi si sono fatti rapire dalla bellezza del Parco Archeologico di Paestum e così decidiamo di fare una piccola deviazione per visitare il sito e l’annesso museo. Camminando in mezzo ai templi e ai resti delle domus respiro a pieni polmoni la cultura dell’Antica Grecia.

Dopo la visita, arriviamo al campeggio. Doccia, cambio d’abiti ed eccoci pronti per andare al secondo campeggio, dove ci stavano attendendo centinaia e centinaia di ragazzi e ragazze intenti a cenare. Il cielo inizia a tingersi di rosa e nell’aria si respira proprio una bella energia. A fine cena cantiamo e balliamo tutti insieme e tra una canzone e l’altra incontro anche Edoardo, un altro giovane volontario del Circolo di Monza.

GIORNO 2: SI APRONO LE DANZE CON I WORKSHOP A TEMA

Dopo un sonno ristoratore, la mattina seguente iniziamo la full immersion nel ricco programma dell’evento. Ognuno poteva scegliere quali argomenti approfondire insieme agli esperti partecipando a vari workshop dedicati a temi come crisi e giustizia climatica, migrazioni ambientali, alimentazione, transizione energetica, pace e conflitti internazionali; ma anche ai vari approcci all’attivismo ambientale e alle mobilitazioni come l’ecotransfemminismo e l’antispecismo.

Il programma dello Youth Climate Meeting

Il primo laboratorio a cui ho partecipato è stato “Gli impatti della fast fashion”, dove ho avuto l’occasione di riflettere su cosa differenzia una moda veramente sostenibile da una altamente dannosa per l’ambiente, e quali sono le certificazioni utili ad individuare industrie che producono capi in modo etico, rispettoso dell’ambiente ed equosolidale.

Approfondiamo il tema della fast fashion condividendo cos’è per noi la moda sostenibile e quella non sostenibile
Creiamo la nostra linea d’abbigliamento Fair Trade

Ritornati al campo abbiamo partecipato tutti insieme a un’assemblea plenaria sul tema della giustizia climatica,declinato in tre sotto temi approfonditi nel corso della mattinata dai rappresentati di alcune associazioni ambientaliste:

  • disuguaglianze sociali, economiche e territoriali;
  • disuguaglianze di genere e generazionali;
  • migrazioni ambientali forzate dalla crisi climatica e dai conseguenti danni ambientali.

Uno dei workshop a mio parere più interessanti è stato sicuramente quello dedicato alle prospettive di azione dei movimenti pacifisti. Prima ci siamo divisi in due gruppi: il gruppo Mandela e il gruppo Ghandi. Il primo doveva mettersi nei panni di uno dei personaggi presenti nella lista, ciascuno caratterizzato da un trascorso di guerra, morte e violenza. Successivamente, bisognava condividere la propria idea di pace con un membro del gruppo Mandela, ignaro del gioco di ruolo in atto. Poi, insieme agli esperti abbiamo eleborato il tema, riflettendo sull’impatto dei conflitti più attuali, come quello tra Russia e Ucraina e di quelli mai sopiti, come quello Israelo-Palestinese.

I personaggi da interpretare
Parliamo di pace

Immancabile la visita guidata all’Oasi Dunale di Paestum, riqualificata dai volontari del circolo locale, che hanno trasformato quella che era una discarica a cielo aperto in un’aerea protetta e piena di biodiversità. Un locus amoenus che con la sua pineta e la vegetazione tipica della macchia mediterranea rappresenta un importante esempio di equilibrata gestione dell’ecosistema costiero.

GIORNO 3: VERSO LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Lo YCM è stata per me anche una preziosa occasione per approfondire tematiche complesse, che richiedono di essere messe sotto la lente d’ingrandimento per capire meglio come intervenire in modo significativo sul cambiamento climatico. Un focus particolare è stato dedicato ai falsi miti del gas e del nucleare, alla tassonomia verde e all’urgenza di una transizione ecologica realmente sostenibile, che possa eliminare i combustibili fossili per prediligere le fonti di energia rinnovabili.

Il workshop sul Gas e il Nucleare

In uno dei workshop ho poi avuto modo di approfondire come la transizione ecologica possa essere occasione di trasformazione sociale partecipando a tre tavoli dedicati al tema:

  • nel primo si è discusso sui campanelli d’allarme del mondo del lavoro, come l’uso massivo dei combustibili fossili e l’illegalità causata dai sistemi mafiosi, che impediscono il protagonismo delle comunità e la corretta accessibilità alle informazioni;
  • nel secondo abbiamo parlato di come la Comunità Europea possa incentivare le politiche popolari promuovendo cambiamenti che partano dal basso, alimentando alleanze di rete tra associazioni e privati per favorire la transizione ecologica, anche nei paesi più fragili;
  • nell’ultimo ci siamo focalizzati sui green jobs e sulle nuove competenze sostenibili, che ad oggi sono sempre più richieste nel mondo delle lavoro.
Si parla di green jobs
Ragioniamo sul rapporto tra crisi climatica e crisi industriale
Brainstorming: cosa può fare la Comunità Europea per incentivare l’associazionismo sociale e ambientale?

LEGAMBIENTE È ANCHE BELLEZZA DEI RAPPORTI UMANI

Purtroppo non sono riuscita a gustarmi questa bellissima iniziativa fino alla fine, perché sabato pomeriggio sono dovuta ripartire per Monza, ma sono comunque tornata a casa con il cuore colmo di gioia. Nel complesso ho vissuto un’esperienza unica, che ha superato ogni mia aspettativa. Sono stati tre giorni intensi e felici, ricchi di divertimento, pranzi in riva al mare, discussioni illuminanti, apprendimento continuo e nuove belle amicizie, che ho stretto in particolare con il gruppo di volontari del Circolo Legambiente Lecco, che vedete nella foto. Sono contenta e onorata di aver fatto parte di questo significativo evento come volontaria Legambiente e già non sto nella pelle per la prossima edizione. Ciao Paestum, ci vediamo alla prossima! 

Stefano, Julia, Moreno, Laura, volontari del Circolo Legambiente Lecco ed Emma, studentessa francese che ha scelto di fare il servizio civile con Legambiente

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