Qualche giorno fa c’è stato a Milano Stefano Mancuso. Sono sicura che molti di voi lo conoscono, perché per fortuna delle piante, nonchè nostra e del pianeta è abbastanza famoso. Non abbastanza, temo.
Nell’ultima giornata di apertura dei Bagni Misteriosi, e in occasione dell’uscita del libro La pianta del mondo, Mancuso ha parlato per un’oretta con una lucidità, una precisione, una convinzione e una chiarezza meravigliose quanto rare.
Ha sintetizzato il ruolo dell’animale uomo sul pianeta, la sua bizzarra convinzione di essere l’essere vivente più intelligente in circolazione, ignorando la sua totale dipendenza dalle piante. Chi ha letto come me Verde brillante o altri libri di Mancuso, chi ha visto le installazioni al Museo della Scienza e della Tecnica o gli spettacoli teatrali, ha imparato da tempo che il mondo delle piante è molto più complesso e articolato di quello che si crede, e le piante sono davvero intelligenti e abili nell’adattamento.
Del resto lo possiamo vedere sui nostri terrazzi ogni giorno. Io per esempio una settimana fa ho spostato una pianta. Stava in una zona in ombra del terrazzo e soprattutto aveva vicino da una parte una porta inferriata e dall’altra un’altra piante, per cui era cresciuta tutta da un lato, dove poteva. Non si era mai lamentata, ma è bastato spostarla perché alcuni rami, trovata la luce e trovata la strada, hanno messo delle gemme e hanno cominciato a crescere. Insomma lei si era adattata alle condizioni che aveva trovato, ed era sopravvissuta come aveva potuto. Ma è bastato crearle delle condizioni più favorevoli ed ecco che si è tutta ringalluzzita!
E siccome le piante assorbono l’anidride carbonica, più piante ci sono, più alberi ci sono, più si riduce il riscaldamento globale. Che era l’altro tema di cui Stefano Mancuso ha parlato: e a parte il fatto che, oltre a moltissime chiacchiere, nessuno sta facendo niente di niente, più che andare a ridurre le emissioni (cosa che è palese nessuno sa o vuole e riesce a fare), si può fare in modo di assorbire quelle emissioni.
Piantando alberi. Miliardi di alberi. Nelle città. Dovunque.
Un’operazione poco costosa, fattibile e di sicura efficacia. Che noi animali umani, che in termini evolutivi siamo come dei bambini, potremmo riuscire a fare. Se dai un martello a un bambino, la prima cosa che fa è distruggere quello che gli capita a tiro. Ma poi crescendo capisce che con lo stesso martello con cui si distrugge si può anche costruire. Che è molto più utile e bello e soddisfacente.
Che dite, ci diamo finalmente una mossa? Promuoviamo la diffusione degli alberi? Nel nostro piccolo ma anche nel grande?
Noi di Legambiente nel nostro piccolo lo facciamo e ci proviamo. Ma dobbiamo essere molti di più.
Questo è un appello.
Lo raccogliete per favore?